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Statistiche meteorologiche 2022 : GENNAIO


cartina cromatica che mostra l'area anticiclonica di matrice nord-Africana presente sul Mediterraneo occidentale e sull'Italia
Da lunedì 3 Gennaio riprendeva il flusso di perturbazioni atlantiche verso le Alpi. Inizialmente il N-Italia restava protetto dallo sbarramento alpino, ma la perturbazione più attiva assicurava un po’ di pioggia (5,2 mm/mq) nella giornata di mercoledì 5.

“…in concomitanza della fine dell’anno, il "mostro Africano", letteralmente impazzito,  - scriveva il meteorologo - scavallerà i suoi confini naturali per tuffarsi nel Mediterraneo. Un vero è proprio affronto alla stagione invernale, una vera e propria umiliazione per l’inverno. Le temperature di 15°C oltre le medie del periodo con lo zero termico sulle Alpi a 4000 metri. Una configurazione estiva!” 


Dopo il passaggio delle prime due perturbazioni del 2022, correnti fredde settentrionali (che scorrevano tra il promontorio anticiclonico esteso sulle Isole Britanniche e la bassa pressione sull’Europa centrale), riportavano il sole per l’Epifania, mentre le temperature rientravano nelle medie stagionali.



cartina cromatica che mostra l'area l'area depressionaria sulle regioni meridionali
Tra il 7 e il 9 Gennaio transitavano sull’Italia due veloci saccature. Mentre la prima assicurava temporali e piogge sulle coste Tirreniche meridionali e la Sicilia, la seconda portava alla formazione di una bassa pressione che scivolava verso il mar Egeo e interessava prevalentemente la fascia Adriatica  e l’Appennino centro-meridionale con pioggia e neve. 

Seguivano correnti fredde settentrionali (che scorrevano tra l’alta pressione sulle Isole Britanniche e la bassa pressione presente sulla nostra Penisola) con aumento della pressione.


Agli iniziali fenomeni di favonio sulla Pianura Padana seguiva una stagnazione di aria fredda nelle valli del Nord con temperature rigide end estese gelate notturne, inversione termica e accumulo di inquinanti al suolo.

cartina cromatica che mostra l'area anticiclonica presente sull'Italia
Nei giorni seguenti e fino a metà mese, un robusto anticiclone si estendeva dall'Atlantico fin sull'Europa centrale con bel tempo invernale anche sul Nord Italia. Le freddi correnti in quota soffiano inizialmente da NE, per la presenza di bassa pressione sui Balcani, ma diventavano più miti nel secondo fine settimana con ancora caldo fuori stagione in montagna  (zero termico a 3000 metri di quota), mentre proseguiva la siccità a Sud delle Alpi.


Tra  la serata del 16 e la mattinata del 17 transitava sulle Alpi una debole onda depressionaria, ma senza fenomeni, a cui seguivano correnti settentrionali.
Nei giorni seguenti l’anticiclone riprendeva vigore, favorendo tempo stabile, ma con ristagno di aria umida sulla Pianura Padana.


cartina isobarica che mostra la perturbazione in transito sull'Italia
Tra mercoledì 19 e giovedì 20 si registrava l’indebolimento dell’area anticiclonica e la discesa di una saccatura di origine nordatlantica che raggiungeva le Alpi, portando qualche veloce passaggio nuvoloso. Essa sarà accompagnata da fredde correnti settentrionali che raggiungevano la regione Padano-Alpina scorrendo tra l’alta pressione estesa fino alle Isole Britanniche e la bassa pressione che dalle Isole Scandinave scendeva fino ai Balcani. Mentre le nostre regioni restavano riparate dallo sbarramento Alpino e risentivano solo di un temporaneo calo di temperature, diversi fenomeni, nevosi fino al piano, interessavano la fascia Adriatica.


Nel 4° weekend del mese, l’anticiclone delle Azzorre si espandeva nuovamente sull’Europa occidentale assicurando condizioni di bel tempo invernale con correnti settentrionali che potavano nuvole da Nord a ridosso delle Alpi, mentre le nostre regioni restavano protette dallo sbarramento montuoso.  Ovviamente, nella valli di Piemonte e Lombardia, dopo gli episodi di foehn, la stagnazione atmosferica favoriva il fenomeno dell’inversione termica con clima mite in montagna e nebbie, brina e inquinanti sulla pianura.
 

che dire – scriveva il meteorologo - ….ci ritroviamo a gestire un inverno che avrebbe potuto stupirci ed invece…...sempre all’ultimo momento viene sconfitto dall’alta pressione. Che fine ha fatto il “Generale Inverno”? Che fine ha fatto l’alta pressione Russa, serbatoio vitale di aria fredda per le belle nevicate, sulle nostre regioni, negli anni 80?  Che fine hanno fatto gli inverni NORMALI …..? Beh, sappiamo quali siano le risposte alle mie domande, vero?  Ed allora, inutile ripetere come il nostro pianeta sia, gravemente, malato,…”.

Nella giornata di venerdì 28 una nuova bassa pressione proveniente dal nord Atlantico valicava le Alpi, ma il fronte ad essa associato andava ad interessare, ancora una volta, il medio e basso Adriatico, mentre sulla Pianura Padana si registravano solo fenomeni di favonio e si accentuava la siccità, testimoniata dal viraggio al marrone di diversi prati e dal livello minimo raggiunto dai piccoli e grandi Laghi.

cartina cromatica che mostra l'espansione dell'anticiclone Atlantico sull'Italia

I “giorni della merla”, per il terzo anno consecutivo, risultavano insolitamente miti per la stagione:
T max  = 16,8°C 
Tmin    = -3.6°C  (-9,5°C)
Tmedia = 3,97°C (3,42°C la media pluriennale)


Chiudeva il mese un nuovo promontorio anticiclonico che dall’Atlantico si espandeva sull’Europa occidentale e sull’Italia




Osservazioni e misure
NUVOLOSITÀ INSOLAZIONE in % PIOGGIA in mm/mq NEVE
gg. sereni gg. variabili gg. coperti media mese media dal 1991 diff. mm mese media dal 1984 media 1959 - 1983 cm mese media dal 1980 gg. con neve
22 8 1 ... 37,7 4,9% 5,6 77,4 75,0 0,0 10,2 0
GENNAIO '22 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2021 al 31.01.2022 = -139,8 mm/mq
TEMPERATURA in °C
media mese media dal 1987 diff. media 1959 - 1986 max mese g.no max storica anno min mese g.no min. storica anno
3,67 2,78 +0,59 1,8 16,8 30 24,4 2007 -6,0 13 -10,0 1993