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Statistiche meteorologiche 2019 : GENNAIO

Dopo un Capodanno insolitamente mite per la stagione, a seguito dell’espansione dell’anticiclone delle Azzorre verso la penisola Scandinava, il 2 Gennaio 2019 giungeva sulla Penisola una perturbazione di origine artica.

cartina cromatica che mostra l'irruzione di aria fredda artica nel bacino occidentale del Mediterraneo
Le correnti gelide in arrivo dal nord Europa che, successivamente, ruotavano dai Balcani, producevano effetti diversi sulle singole regioni. Quelle maggiormente penalizzate erano le regioni del medio e basso Adriatico e, in genere, il sud Italia, mentre al Nord e lungo il versante Tirrenico si registravano schiarite con venti di favonio su Piemonte e Lombardia.

Rovesci e nevicate fin sulla costa, interessavano le Marche, l’Abruzzo, il Molise (accumuli nevosi di oltre un metro nelle aree interne), e la Puglia il giorno 4, mentre il giorno successivo raggiungevano la Calabria e la Sicilia settentrionale. Le temperature registravano diminuzioni un po’ ovunque (fino a -10°C al Sud).

Nel primo fine settimana si assisteva ad un significativo miglioramento per via di un recupero termico su tutte le regioni e all’esaurimento dei fenomeni.





mappa delle precipitazioni sull'Italia

A partire dal giorno 9 prendeva il via la seconda fase fredda del mese. Si ripeteva lo scenario precedente: anticiclone sull’Europa centro-occidentale e discesa di aria fredda dalle zone artiche con obiettivo i settori nord-orientali dell’Europa e la fascia Adriatica.

L’arco Alpino di confine era interessato da copiosi fenomeni nevosi, mentre  il versante meridionale era spazzato da raffiche di vento, con favonio su Piemonte e Lombardia. Le temperature registravano ancora diminuzioni al Sud, mentre al Nord si alternavano massime superiori alla media e gelate notturne. Qui si accentuava lo stato di siccità e il vento caldo alimentava i primi incendi lungo le Prealpi (monte Martica  - VA).




mappa cromatica delle precipitazioni sull'Europa
Sul finire del secondo weekend, un nuovo fronte freddo in arrivo dal nord Europa attraversava la Penisola, con favonio sulle pianure del Nord, nevicate sui versanti esteri e qualche rovescio al sud Italia. Le temperature registravano un generale lieve aumento.

Il transito era piuttosto veloce e, dopo appena 48 ore, si assisteva ad un rapido miglioramento e ritorno a condizioni di bel tempo.


Nel corso della successiva settimana, si assisteva ad un cambiamento significativo nel la circolazione atmosferica. Infatti, l’anticiclone che da oltre un mese staziona sull’Europa occidentale, perdeva vigore e si riattivava la circolazione da ovest con l’arrivo della prima perturbazione Atlantica.

Essa produceva medesti fenomeni al Nord, ma favoriva il rimescolamento dell’aria stagnante da diversi giorni in pianura e mitigava le rigide temperature nutturne. Seguiva una nuova rimonta anticiclonica che riportava stabilità, notti gelide e un tiepido sole diurno.



cartina isobarica che nostra il profondo vortice depressionario sul Mar Tirreno

Anticipato dai modelli matematici, il vero cambiamento si registrava nell’ultima decade. Infatti, Il Vortice Polare rallentava la sua corsa e scendeva di latitutine inviando verso il bacino occidentale del Mediterraneo (valle del Rodano) un nucleo di aria gelida.

Il contrasto termico con le acque calde dei nostri mari portava alla formazione (tra il giorno 23 e il 24) di una depressione sul Mar Tirreno settentrionale, un “Medicane” (Mediterranean-Hurricane o uragano mediterraneo, come lo chiamano gli Americani – fenomeno tipico della stagione autunnale, di 980 hPa), alimentato da venti molto forti, precipitazioni abbondanti, nevose fino a bassa quota e con accumuli rilevanti.

I fenomeni interessavano particolarmente le regioni centrali e meridionali, mentre il Nord, ancora una volta, veniva solo lambito e registrava fenomeni di Foehn con ulteriore accentuazione della siccità.





mappa delle precipitazioni in arrivo sull'Italia




Sul finire del mese (mercoledì 30), si registrava il passaggio dell’ultima perturbazione (la 10°), che, spianando la strada alla successiva (che raggiungerà le regioni occidentali nella giornata di venerdi 1° Febbraio), avrebbe avuto il merito di riportare le precipitazioni sulle regioni settentrionali e copiose nevicate sull’arco Alpino.










Osservazioni e misure
NUVOLOSITÀ INSOLAZIONE in % PIOGGIA in mm/mq NEVE
gg. sereni gg. variabili gg. coperti media mese media dal 1991 diff. mm mese media dal 1984 media 1959 - 1983 cm mese media dal 1980 gg. con neve
19 7 5 55,7 36,7 +19,0% 13,8 78,9 75,0 2,0 11,2 3
GENNAIO '19 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2018 al 31.01.2019 = -140,8 mm/mq
TEMPERATURA in °C
media mese media dal 1987 diff. media 1959 - 1986 max mese g.no max storica anno min mese g.no min. storica anno
3,03 2,77 +0,26 1,8 18,0 6 24,4 2007 -6,8 22 -10,0 1993