Inserendosi sulla scia delle piogge autunnali del mese precedente, i primi giorni di Novembre registravano un’intensa fase perturbata dovuta all’arrivo della prima perturbazione atlantica.
Essa richiamava intense correnti sciroccali da sud-ovest che spazzavano gran parte delle regioni italiane. Ancora una volta, risultavano particolarmente interessate la Liguria e il Veneto, nonché la fascia Tirrenica dove si registravano nubifragi, allagamenti per frane e smottamenti, esondazioni di diversi torrenti e nuove vittime civili che si sommavano al già pesante bilancio degli ultimi giorni del mese precedente.
Il livello dei grandi laghi cresceva a vista d’occhio e il Verbano e Lario raggiungevano un livello poco al di sotto della soglia di esondazione.
Dopo il suo passaggio della perturbazione, si formava un nuovo vortice depressionario sul mar Tirreno che nel suo movimento verso le coste Africane e, successivamente, verso nord-ovest (fino a colmamento), continuava a richiamare correnti umide meridionali ecolpiva con fenomeni localmente intensi le coste Campane, quelle occidentali della Sicilia e quelle della Sardegna meridionale. In particolare, a Casteldaccia, in provincia di Palermo, un fiume d’acqua in arrivo dalla piena del fiume Milicia (un piccolo fiume di portata limitata), ingrossato a dismisura dalle piogge, travolgeva un’abitazione e la sommergeva completamente, stroncando la vita di due famiglie che festeggiavano un compleanno.
Nei giorni seguenti, mentre il vortice depressionario presente sull’Italia si indeboliva, veniva raggiunto da una nuova perturbazione atlantica (la terza del mese). Nuovi quantitativi di pioggia andavano a sommarsi a quelli già caduti (quasi 300 mm/mq registrati dalla nostra stazione meteo), su gran parte delle regioni e gravavano sulle precarie condizioni delle zone alluvionate. Le temperature restavano al di sopra delle medie stagionali a causa della provenienza meridionale delle masse d’aria.
Dopo le violente mareggiate, le piogge torrenziali, le frane, gli allagamenti, … le regioni settentrionali dovevano fare i conti anche con la tracimazione dei grandi fiumi e l’esondazione dei laghi. Tra il 6 e 7 novembre il Lago Maggiore (al 150% del suo riempimento), e il Lago d’Orta superavano la soglia di esondazione, mentre la rapida e massiccia piena del Ticino e del Po (+ 4,5 m sopra lo zero idrometrico), allagava vaste aree coltivate e diverse cascine. Ecco alcune testimonianze fotografiche (il grafico relativo al Lago Maggiore č del C.G.P.):
Alla vigilia del secondo weekend, le regioni nord occidentali ed il versante tirrenico continuavano ad essere interessate da un flusso umido sud-occidentale con formazione di nuvolosità e deboli precipitazioni, mentre le altre regioni registravano maggiori schiarite e totale assenza di precipitazioni.
Subito dopo S. Martino, con l’inizio della nuova settimana, un promontorio anticiclonico si espandeva dall’entroterra Africano verso l'Italia e l'Europa centrale. L’aumento della pressione favoriva un periodo di assoluta stabilità.
Dopo 15 giorni di cielo grigio e piovoso, il sole ricompariva in un cielo terso e assicurava un gradevole tepore autunnale. Le temperature restavano superiori alle medie del periodo, ma comparivano anche le prime nebbie serali e di primo mattino nelle pianure del nord.
Il terzo weekend registrava il primo nucleo freddo di novembre. Come quello di ottobre, arrivava da est e interessava maggiormente le estreme regioni meridionali. Un secondo, e ben più consistente, si registrava nei giorni successivi.
L’alta pressione Atlantica si sbilanciava verso nord e favoriva la discesa, sul suo bordo orientale di gelide correnti in arrivo dalla Russia che puntavano verso l’Europa centrale e la nostra Penisola. Le temperature subivano una drastica diminuzione rispetto ai valori della prima metà del mese, e la neve faceva la prima comparsa anche a quote collinar,i lungo la fascia Alpina ed Appennino settentrionale.
Con l'inizio della terza decade, il vortice depressionario che aveva penalizzato la Francia, in un movimento retrogrado si spostava verso le Isole Britanniche e sulle nostre regioni riprendeva la circolazione atlantica con correnti più miti e, a tratti, ancora umide.
Fino a fine mese il tempo restava variabile e prettamente autunnale con giornate grigie e qualche occhiata di sole. La Penisola era attraversata da un treno di perturbazioni (ben 15 in tutto il mese) che, da nord a sud, rilasciavano copiose precipitazioni imbiancando l’arco alpino come non accadeva da diversi anni, mentre le temperature restavano superiori alle medie del periodo.
Particolarmente intenso risultava il vortice depressionario che interessava le regioni centrali nei primi giorni dell’ultima settimana e dove insisteva per oltre 48 ore con fenomeni localmente intensi, per poi trasferirsi sui Balcani.
NUVOLOSITÀ | INSOLAZIONE in % | PIOGGIA in mm/mq | Nebbia | ||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
gg. sereni | gg. variabili | gg. coperti | media mese | media dal 1991 | diff. | mm mese | media dal 1984 | media 1959- 1983 | gg. | media dal 1980 | diff. |
2 | 8 | 20 | 13,5 | 33,2 | -19,7% | 211,6 | 179,7 | 175,0 | 4 | 7,5 | -3,5 |
NOVEMBRE '18 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2017 al 30.11.2018 = -48,8 mm/mq | |||||||||||
TEMPERATURA in °C | |||||||||||
media mese | media dal 1987 | diff. | media 1959- 1986 | max mese | g.no | max storica | anno | min mese | g.no | min. storica | anno |
8,78 | 7,44 | +1,34 | 6,03 | 20,5 | 14 | 24,4 | 2015 | -2,0 | 29/30 | -7,6 | 1998 |
La stagione autunnale iniziava col “botto”. Infatti un’irruzione fredda dal nord Europa faceva crollare di 15°C le temperature e imbiancava le Dolomiti (circa 30 cm a Cortina). Chi pensava ad un precoce avvio della stagione fredda, era puntualmente smentito. Infatti, seguiva una veloce rimonta anticiclonica, dovuta all’espansione verso nord dell’anticiclone nord-Africano con progressivo recupero dei valori di temperatura che nei giorni seguenti superano di 4-5°C le medie stagionali.
Nel prosieguo del mese, il passaggio di deboli perturbazioni atlantiche lasciava spazio a qualche fenomeno di instabilità a carattere sparso, mentre i valori medi delle temperature si mantenevano superiori a quelli medi del periodo.
L’incursione fredda dal nord Europa, giunta in concomitanza con l’equinozio d’autunno, non riusciva ad avviare la stagione autunnale e, ben presto, le temperature tornavano ad aumentare fino a fine mese. Sicché settembre (+2,56°C ; -87% di precipitazioni), risultava anomalo dal punto di vista meteorologico.
Ottobre iniziava nel peggior modo possibile per le regioni meridionali, Sicilia e Calabria in primis, colpite da nubifragi a ripetizione. Infatti, nuove depressioni in formazione sulle regioni centro meridionali e, in particolare, in prossimità delle due isole maggiori generavano importanti precipitazioni. Al contrario, sulle restanti regioni centro settentrionali si viveva la “classica ottobrata” per la presenza dell'alta pressione che teneva lontane perturbazioni atlantiche e le precipitazioni autunnali. Si accentuava, così, il deficit idrico stagionale e annuale, mentre le temperature si mantenevano sempre oltre le medie del periodo.
Una svolta si registrava a metà mese. Infatti, una vasta depressione artica dalla Scandinavia si dirigeva verso l'Europa centro-occidentale. Tale mossa favoriva la demolizione dell’alta pressione sulla nostra Penisola e la discesa di aria fredda di matrice artica fin verso il bacino centrale del Mediterraneo. Ne conseguiva un forte richiamo di correnti umide dai quadranti meridionali che, sul finire del mese assicuravano le prime significative piogge autunnali. Purtroppo, per via del forte contrasto termico tra le due masse d’aria e l’elevata temperatura dell’acqua marina, si registravano fenomeni localmente violenti che provocavano distruzione e morte in diverse regioni (Liguria, Veneto, Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna). L’attività elettrica temporalesca risultava senza precedenti, come le raffiche di vento, le trombe d’aria e marine, i nubifragi e le grandinate, mentre sulle Alpi e Appennino settentrionale la neve scendeva al di sotto dei 1000 metri di quota.
Nelle prime due decadi Novembre risultava grigio e piovoso. La porta atlantica restava aperta e un treno di perturbazioni attraversava la Penisola, assicurando copiose precipitazioni che colmavano il deficit stagionale e, parzialmente, anche quello annuale.
Le temperature si tenevano al di sopra dei valori medi del periodo e “l’estate di S. Martino” risultata particolarmente mite.
A metà mese si registrava una seconda irruzione di aria artica che riportava i valori termici in quelli medi del periodo, ma la terza decade registrava ancora una fase anticiclonica che favoriva una ripresa delle temperature, tali da superare nuovamente i valori medi stagionali.
La temperatura media stagionale di 14,82°C (la più alta registrata nei 32 anni di rilevamento, dopo i 14,68°C del 2006 e i 14,74°C del 2014), ha registrato un incremento (+1,76°C) rispetto alla media pluriennale, conseguenza diretta degli incrementi registrati nei tre mesi: settembre (+2,56°C), ottobre (+1,40°C) e novembre (+1,34°C). Particolarmente significativo l'incremento registrato a settembre, fenomeno che si inserisce con prepotenza nelle statistiche del NOAA (National Oceanic and Atmosferic Administration), nel cui rapporto si legge: "come si rileva da diversi anni, è confermato un incremento medio annuo della temperatura media del Pianeta, da quando hanno avuto inizio le rilevazioni, ovvero il 1880 e questo da imputare al crescente riscaldamento degli oceani".
Riscaldamento che, anche quest'anno, ha interessato tutti i mari, compreso il mar Mediterraneo (fino a 29/30°C la temperatura delle acque superficiali del mar Tirreno meridionale e mar Ionio), dovuto al crescente numero di incursioni dell'anticiclone sub-tropicale. Fenomeno che accentua la crescente intensità e violenza dei fenomeni meteorologici che colpiscono periodicamente le nostra Penisola, dai nubifragi, alle intense raffiche di vento, alle trombe marine e le violenti mareggiate.
Dal punto di vista precipitativo, settembre è risultato quasi secco (-87%), mentre ottobre (+73%) e novembre (+18%), hanno fatto registrare un quantitativo di pioggia superiore alla media pluriennale. Con riferimento a tutta la stagione autunnale si coglie un deficit del 5%.
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