Dopo il clima d'inizio estate dell’ultima decade di aprile, il mese di maggio registrava un’inversione di tendenza. Infatti, nei primi giorni si riattivava la circolazione Atlantica con la formazione di una depressione sul Mediterraneo occidentale. Essa stazionava in loco per gran parte della prima settimana e le correnti in risalita da sud producevano rovesci e temporali su diverse Regioni, mentre i valori di temperatura rientravano nelle medie del periodo.
Nel primo weekend la depressione, seppur attenuata, influenzava ancora le nostre Regioni con instabilità pomeridiana più accentuata lungo i rilievi dell’Italia centrale, mentre al Nord e zone costiere si registravano maggiori schiarite con conseguente aumento delle temperature, soprattutto nei valori massimi (il giorno 6 la media superava di +5,7°C quella pluriennale).
Mancando promontori anticiclonici sul bacino occidentale del Mediterraneo, anche la seconda settimana si apriva all’insegna dell’instabilità per l’ingresso di aria fresca da est, in scorrimento sul bordo orientale di una figura anticiclonica stazionante sull’Europa centrale. Infatti, alle mattinate soleggiate e calde seguivano, nel corso del pomeriggio o in serata, violenti temporali accompagnati da intense raffiche di vento e tempeste di grandinate, come quella che colpiva l’alto Milanese nella serata del giorno 8, tale da rimettere in funzione gli spazzaneve per ripulire le strade (a Legnano il fiume Olona usciva dagli argini e le strade si trasformavano in fiumi).
Nel secondo weekend si riapriva la porta Atlantica e un fronte perturbato, pilotato dal ciclone islandese, raggiungeva le regioni settentrionali, per poi passare a quelle centrali. Con l’intensificarsi dei venti di libeccio, rovesci e temporali interessavano per diversi giorni numerose regioni. L’aria fresca a seguito produceva un significativo abbassamento dei valori delle temperature (-3,6°C rispetto a quella pluriennale la media del giorno 14), mentre abbondanti nevicate interessavano l’arco Alpino e l’Appennino settentrionale.
L’aria fresca favoriva la nascita di una depressione sul mar Ligure che, stazionando in zona per alcuni giorni, prima di portarsi verso l’Europa orientale, era responsabile di instabilità, soprattutto pomeridiana, con sviluppo di nuvolosità cumuliforme sui rilievi accompagnata da locali rovesci e temporali che, occasionalmente, sconfinavano sulla Pianura Padana.
Nel corso del terzo weekend l’alta pressione si rinforzava sulle regioni centro-meridionali assicurando generali condizioni di tempo stabile e soleggiato, mentre il Nord restava sotto l’influenza di correnti fresche e instabili, in quota, favorevoli alla formazione di rovesci e temporali sparsi (localmente di forte intensità).
“Molti si stanno meravigliando di questa variabilità, a tratti perturbata, che interessa la nostra Penisola, a tal punto di parlare di clima impazzito“ – scriveva il meteorologo – “Siamo fuori strada! Nessun clima impazzito, nessuna anomalia, … stiamo vivendo semplicemente una tra le più classiche stagioni primaverili, Una situazione d’altri tempi, ormai dimenticata”.
Lunedì 21 transitava sulle regioni settentrionali l’ottavo fronte temporalesco, ma senza grosse precipitazioni, per poi traghettare verso il centro-sud della Penisola.
Nei giorni successivi si assisteva alla formazione di una profonda depressione sulla Penisola Iberica a cui faceva da contraccolpo la risalita verso l’Italia di un promontorio anticiclonico di matrice-sub-tropicale che assicurava, almeno per le regioni centro- meridionali, condizioni di stabilità, sole e temperature in deciso aumento.
Nel corso dell’ultima settimana, però, il vortice presente sulla Penisola Iberica attivava e intensificava il richiamo di correnti umide da sud-ovest che generavano episodi di instabilità al Nord. Particolarmente violento il nubifragio che colpiva il Varesotto nella serata del 27 con intense raffiche di vento e una forte grandinata (51 mm/mq nel giro di un paio d’ore). Fenomeni simili, ma meno intensi, si susseguivano anche negli ultimi giorni del mese che registrava ben 23 giorni di pioggia (+3 rispetto al maggio 1984), 13 temporali ed una temperatura media di +0,77°C superiore a quella pluriennale (1987-2017).
Il fenomeno insolito era rimarcato anche da La Stampa che, per la citta di Torino registrava 21 giorni di pioggia per un totale di 190 mm/mq (media 130 mm/mq), … come non se ne vedeva dal 1859. E l’anomalia era accentuata dalle temperature record registrate da alcune capitali Europee: 29°C di Copenaghen e 32°C di Berlino.
NUVOLOSITÀ | INSOLAZIONE in % | PIOGGIA in mm/mq | Temporali | ||||||||
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gg. sereni | gg. variabili | gg. coperti | media mese | media dal 1991 | diff. | mm mese | media dal 1984 | media 1959- 1983 | n. eventi mese | media dal 1980 | diff. |
2 | 20 | 9 | 35,2 | 42,8 | -7,6% | 257,5 | 190,5 | 177,5 | 13 | 5,0 | +8,0 |
MAGGIO '18 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2017 al 31.05.2018 = +45,0 mm/mq | |||||||||||
TEMPERATURA in °C | |||||||||||
media mese | media dal 1987 | diff. | media 1959 - 1986 | max mese | g.no | max storica | anno | min mese | g.no | min. storica | anno |
18,67 | 17,91 | +0,77 | 14,98 | 30,4 | 27 | 34,4 | 2001 | 9,5 | 17 | 1,5 | 1991 |
CONSIDERAZIONI SULL’ANDAMENTO DELLA PRIMAVERA
La stagione primaverile 2018 ha manifestato pienamente le caratteristiche della stagione di transizione, della stagione principe della dinamicità: variabilità termica, occhiate di sole e scrosci di pioggia, lampi e tuoni, raffiche di vento, pioggia in abbondanza e, in alcuni casi, violenti fenomeni grandinigeni. Un andamento che è sembrato "anomalo" per alcuni, senza pensare che la vera anomalia si verificava quando la primavera diventava ostaggio dell'anticiclone sub-tropicale.
Dopo il Burian di fine Febbraio, agli inizi di Marzo ricompariva la "dama bianca" che ricopriva tutta la Pianura Padana. Seguivano diverse perturbazioni atlantiche che assicuravano le prime piogge primaverili. A metà mese si registrava una nuova incursioe fredda da est che riportava le neve sulle regioni centrali, mentre a fine mese tornava attiva la circolazione da ovest con un clima più mite e ulteriori piogge. La temperatura media registrava una diminuzione di quasi due gradi rispetto al valore pluriennale, mentre le precipitazioni registravano un significativo incremento.
Agli inizi di Aprile, in coincidenza con le festività Pasquali, un promontorio anticiclonico sole e clime mite, ma subito dopo, si riapriva la porta Atlantica e diverse perturbazioni atlantiche raggiungevano la Penisola, penalizzando maggiormente le regioni centro-meridionali. L'ultima decade del mese vedeva la risalita verso Nord di un promontorio anticiclonico sub-tropicale che assicurava tempo stabile e soleggiato con un deciso incremento delle temperature: si assaporava un clima di inizio estate. A differenza del mese precedente, Aprile registrava una temperatura media di oltre due gradi superiore al valore pluriennale, ma una carenza di precipitazioni.
Maggio beneficiava solo di due giorni di cielo sereno e variabilità termica, col transito di numerosi fronti temporaleschi atlantici e 23 fenomeni piovosi. La temperatura media superava di quasi un grado quella pluriennale e le precipitazioni registravano un incremento del 36%.
Come sovente accade in primavera, non sono mancate anche quest'anno le incursioni fredde che hanno riportato la neve a bassa quota e gelate tardive. Come si diceva, le prime due si sono registrate ad inizio e metà marzo, mentre l'ultima il 2 aprile.
La temperatura media stagionale (13,85°C) è risultata di poco superiore a quella pluriennale, con un incremento di +0,38°C. Specificamente ai singoli mesi, la media di Marzo è risultata -1,89°C inferiore a quella pluriennale, +2,27°C quella di Aprile e +0,77°C quella di Maggio.
Le precipitazioni hanno registrato un totale di 507,5 mm/mq con un incremento del 36%; fenomeno che si è ripetuto a Marzo (+68%) e Maggio (+36%), mentre Aprile ha fatto registrare un deficit del 35%.
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