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Statistiche meteorologiche 2017 : MAGGIO

Cartina cromatica che mostra la goccia fredda che lambisce il nord ovest della Penisola e il cuneo dell'anticiclone sub-tropicale che raggiunge la Sicilia

Il 1° Maggio vedeva l’Italia spaccata in due dal punto di vista meteorologico. Freddo, temporali e scrosci di pioggia con neve fino a quota collinare al nord (per via del passaggio sulle regioni settentrionali di una perturbazione atlantica, in movimento verso est), mentre una splendida giornata di sole e temperature miti portavano i primi turisti in spiaggia, al Sud.







Nei giorni seguenti, la presenza di un vortice depressionario con minimo sull’Europa centrale, determinava variabilità nelle condizioni meteorologiche del nord Italia, con una breve parentesi anticiclonica nella giornata di venerdì 5 maggio.

Mappa delle precipitazioni sulle regioni settentrioanli
La totale assenza di una figura anticiclonica, in sede Mediterranea, favoriva il transito di corpi nuvolosi che, ad intervalli regolari, interessavano le nostre regioni.

Il secondo di questi, raggiungeva la Penisola nella giornata di sabato 6 maggio, interessando inizialmente le regioni settentrionali con forti precipitazioni e abbondanti nevicate sulle Alpi (per via del richiamo di correnti umide da sud-ovest), per poi raggiungere quelle centrali.
Al sud il peggioramento si avvertiva nella giornata di domenica, a seguito dell’arrivo di correnti fredde da nord-est che favorivano un calo delle temperature.






Foto cromatica che mostra la prima impennata estiva in Sicilia per la risalita del soffio caldo Sahariano.
Nel corso della settimana successiva (la seconda del mese), si registrava un deciso miglioramento al centro-sud per la risalita dalla Tunisia, di un promontorio anticiclonico nord-africano che nella giornata di giovedì 11 portava un forte aumento delle temperature (la prima fase calda della stagione con temperature che in Sicilia raggiungevano i 34-35°C).

La fascia alpina e la Pianura Padana restavano esposte a intense correnti sciroccali richiamate da un’estesa area depressionaria presente sull’Europa nord occidentale, con generali condizioni di diffusa instabilità, locali temporali e rovesci di pioggia che si accentuavano tra mercoledì e giovedì. Una manna per le regioni settentrionali (dopo un autunno ed un inverno avari di precipitazioni). Infatti, si attenuava, seppur parzialmente (su una media pluriennale, mancavano all’appello ancora 240 mm/mq), la lunga fase siccitosa.



Agli inizi della terza decade la stabilizzazione del tempo si estendeva anche alle regioni settentrionali, per via della risalita verso nord di un promontorio dell’anticiclone nord-africano che dal Marocco raggiungeva le Isole Britanniche, mentre correnti fresche scendevano lungo la fascia adriatica, riportando le temperature nei valori medi del periodo. 


L’alta pressione nord-Africana regalava un anticipo d’estate a gran parte delle regioni con  temperature che raggiungevano i 28-29°C. La fase stabile era temporaneamente interrotta nella giornata di venerdì 19 dal passaggio di un’intensa, ma veloce linea temporalesca, in arrivo dalla Francia. Essa generava rovesci di pioggia associati a grandinate e violente raffiche di vento per via del forte contrasto termico tra l’aria calda presente sull’Italia e  l’aria fresca atlantica.


Cartina cromatica che mostra l'espansione verso le Isole Britanniche dell'anticiclone nord-Africano

Nei giorni seguenti e fino a fine mese, tornava protagonista l’alta pressione nord-Africana, in estensione dalla Penisola Iberica al Mediterraneo occidentale, fino alla Francia e alle Isole Britanniche.

L’alta pressione raggiungeva il versante Tirrenico e le regioni settentrionali stabilizzando il tempo e favorendo un nuovo incremento delle temperature.
Per alcuni giorni, brevi rovesci interessavano la dorsale Alpina e la fascia Appenninica per via di correnti fresche associate ad una perturbazione in discesa verso i Balcani, ma nel complesso cominciava a farsi sentire il caldo estivo con temperature superiori (+4-5°C) alle medie del periodo e valori massimi che, negli ultimi giorni di maggio, si attestavano al di sopra dei 30°C.


Osservazioni e misure
NUVOLOSITÀ INSOLAZIONE in % PIOGGIA in mm/mq Temporali
gg. sereni gg. variabili gg. coperti media mese media dal 1991 diff. mm mese media dal 1984 media 1959- 1983 n. eventi mese media dal 1980 diff.
13 10 8 45,7 42,8 +2,9% 131,8 190,5 177,5 3 5,0 -2,0
MAGGIO '17 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2016 al 31.05.2017 = -284,8 mm/mq
TEMPERATURA in °C
media mese media dal 1987 diff. media 1959 - 1986 max mese g.no max storica anno min mese g.no min. storica anno
18,66 17,88 +0,78 14,98 32,2 23/24 34,4 2001 2,4 2 1,5 1991

CONSIDERAZIONI SULL’ANDAMENTO DELLA PRIMAVERA

La stagione primaverile 2017 ha manifestato solo parzialmente le caratteristiche della stagione di transizione: poca pioggia e lunghi periodi con temperature ben oltre le medie stagionali.
Infatti, il marzo "pazzerello" ha registrato stabilità atmosferica con temperature superiori alle medie del periodo e solo due brevi fasi perturbate (quattro giorni consecutivi nella prima decade e 5 nella terza decade).
La prime due decadi di aprile hanno seguito lo stesso andamento, con stagnazione atmosferica e temperature oltre le medie del periodo. Solo nel corso della terza decade, la depressioni atlantiche hanno avuto la meglio sull'anticiclone nord-africano, assicurando un po' di pioggia.
Una maggiore variabilità si è registrata in maggio, per via del transito sulla Penisola di diverse perturbazioni atlantiche, ma non hanno colmato il deficit idrico annuale. Nel corso dell'ultima decade, si è imposto prepotentemente un nuovo cuneo dell'anticiclone sub-tropicale che ha raggiunto l'Europa centrale e, persistendo fino a fine mese, col suo soffio caldo ha fatto registrare diverse punte di 32°C.

Come sovente accade in primavera, non sono mancate anche quest'anno le incursioni fredde che hanno riportato la neve a bassa quota e gelate tardive. La prima si è registrata a metà marzo, la seconda il 21 aprile e l'ultima il 1° maggio, con neve a Macugnaga (Piemonte), mentre sulla spiaggia di Cefalù (Sicilia) si facevano i primi bagni di stagione.

La temperatura media stagionale (15,01°C) è risultata ben superiore a quella pluriennale, con un incremento di +1,59°C; a marzo di +2,43°C, aprile +1,57°C e maggio +0,78°C.
Le precipitazioni hanno registrato un totale di 291,2 mm/mq con un deficit del 34%; fenomeno che si è ripetuto per tutti e tre i mesi: da -5% di marzo, a -57% di aprile (-58% lo scorso anno), a -31% di maggio.

"La primavera 2017 è risultata la seconda più calda e la terza più secca degli ultimi 60 anni - diceva il meteorologo Simone Abelli. Mettendo insieme i dati dei tre mesi primaverili, risulta che tutti presentano notevoli e persistenti anomalie positive riguardo le temperature e altrettanto notevoli e ostinate anomalie negative delle precipitazioni. Questi scostamenti dalla norma hanno riguardato indistintamente tutto il territorio, con un maggior peso sulle regioni settentrionali e occidentali del Paese a causa della particolare configurazione atmosferica primaverile che è stata caratterizzata dalla frequente presenza di strutture anticicloniche nelle zone centrali e occidentali del continente. L'anomalia termica pari a + 1,3°C porta la primavera appena trascorsa al secondo posto tra le più calde degli ultimi 60 anni, a pari merito con quella del 2001. La prima è la primavera del 2007. Anche il notevole deficit pluviometrico, pari a -39%, fa salire la primavera 2017 sul podio fra le primavere più secche degli ultimi 60 anni e più precisamente, al terzo posto dopo quelle del 2003 e del 1997. Da una stima del deficit primaverile di quest'anno, mancherebbero all'appello circa 20 miliardi di metri cubi d'acqua sull'intero territorio nazionale (tanta quanta ce n'è nel Lago di Como).


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