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Statistiche meteorologiche 2013 : NOVEMBRE


Dopo un 1° Novembre all'insegna del sole, nei giorni seguenti il nord continuava ad essere influenzato da correnti umide meridionali favorevoli a condizioni di instabilità. L'artefice del flusso atlantico era un profondo vortice ciclonico posizionato ad ovest delle Isole Britanniche. Al contrario, le regioni meridionali e, in misura minore il centro della Penisola, continuavano a vivere una “seconda estate”, con temperature ben al di sopra delle medie stagionali.
Un fronte atlantico (il primo del mese) attraversava gran parte della Penisola durante il primo weekend, ma con fenomeni significativi solo al centro-nord.

Il cambiamento di circolazione previsto dai modelli matematici e atteso per il giorno 5, riportava i valori di temperatura nelle medie stagionali e assicurava un po’ di pioggia alle regioni meridionali, ma risultava un episodio temporaneo. Infatti, il nucleo freddo in discesa dalla Scandinavia esauriva la sua energia sul Mediterraneo orientale e, nei giorni seguenti, il tentativo freddo era azzerato da un braccio dell'anticiclone Azzorriano che riconquistava il bacino del Mediterraneo, riportando condizioni di stabilità, cielo sereno ed un nuovo aumento delle temperature. Unico neo per le regioni settentrionali era rappresentato dalle nebbie nelle valli, di primo mattino e in tarda serata.

cartina cromatica isobarica che mostra l'irruzione di aria fredda verso la Penisola con attivazione di un vortice ciclonico
A conferma della spettacolare dinamicità dell'atmosfera, qualche giorno dopo, il muro anticiclonico che aveva assicurato una lunga estate al centro-sud, cedeva sotto l'incalzare delle correnti di aria fredda in discesa dal nord Europa. Infatti, lunedì 11 novembre, un  nucleo freddo raggiungeva la Penisola, attivando una profonda circolazione depressionaria sul mar Tirreno, denominato dai media “ciclone Venere”.

Mentre al nord, intensi venti di foehn spazzavano la Pianura Padana, sulle regioni centro-meridionali, Sardegna meridionale e Sicilia, per oltre tre giorni (a causa del lento colmamento del vortice stesso), si susseguivano violenti temporali e intensi rovesci di pioggia, con  venti di maestrale, bora oltre 90km/h e mareggiate lungo le coste (in Abruzzo si raggiungevano i 250 mm/mq con esondazione di diversi torrenti, numerosi allagamenti, danni consistenti e la perdita di alcune vite umane).

Le temperature registravano una sensibile diminuzione a partire da nord e rientravano nei valori medi del periodo, mentre la neve compariva a 1300 metri di quota sulle Alpi orientali.

Cartina cromatica isobarica che mostra la discesa di aria fredda atlantica verso il Mediterraneo
A distanza di appena una settimana, un secondo nucleo freddo raggiungeva il bacino del Mediterraneo avviando una nuova fase instabile dai connotati tipicamente invernali. Infatti, a seguito della formazione di una circolazione depressionaria sul Golfo Ligure, nella giornata del 15 precipitazioni abbondanti interessavano le regioni centro-settentrionali e la neve scendeva a quote collinari (600/700m) nel Cuneese.

Nei giorni seguenti il vortice ciclonico traghettava inizialmente verso la Spagna, ma successivamente, scorreva verso est, alimentato e rinvigorito da flussi freddi settentrionali. l giorno 18 era posizionato sulle isole Baleari e richiamava intense correnti sciroccali verso la Sardegna e le coste Tirreniche. Il notevole contrasto termico (circa 40°C tra il livello del mare e i 5000 metri di quota), generava violenti nubifragi che scorrevano, da sud verso nord, lungo la fascia orientale della Sardegna.


Il notevole quantitativo di pioggia, una "bomba d'acqua" (fino a 450mm/mq in 24 ore - quantitativo medio di un semestre), portava all’esondazione di fiumi e torrenti con allagamenti diffusi, smottamenti, frane, danni ingenti al terrritorio e alle strutture e vittime civili.

Purtroppo ci risiamo, come tutti gli anni tra fine ottobre e gli inizi di novembre dobbiamo fare i conti con alluvioni, perdite umane. Storie viste e riviste fino alla nausea. Prima il dolore, poi le polemiche, poi il nulla totale, come se nulla fosse successo. Un assordante silenzio in attesa della prossima alluvione prevista per l'autunno 2014” - scriveva il meteorologo E. Buonaguidi.

cartina cromatica isobarica che mostra la terza irruzione di aria fredda artica nel bacino del Mediterraneo

La svolta verso la stagione invernale si registrava a partire dal giorno 21, quando aria fredda atlantica (-25°C a 5000 metri  e -7/-8 °C a 1500m) irrompeva con decisione nel bacino del Mediterraneo attivando una nuova circolazione depressionaria fredda tra la Pianura Padana e il Golfo Ligure.


Si accentuava l'instabilità atmosferica sulle regioni centro-settentrionali e la Sardegna con precipitazioni diffuse e copiose, neve a quote collinari e, alternata alla pioggia, anche in pianura.





cartina cromatica che mostra l'irruzione di aria fredda da est
Nei giorni successivi la depressione traghettava lentamente verso sud, ma veniva rinvigorita da un ulteriore impulso freddo in arrivo da est.

Come conseguenza, una nuova fase instabile e perturbata coinvolgeva tutta la fascia adriatica con abbondanti precipitazioni nevose fino a bassa quota, dall’Emilia all’Abruzzo, mentre ovunque si assisteva ad un crollo delle temperature (fino a -6°C il giorno 29).


Osservazioni e misure
NUVOLOSITÀ INSOLAZIONE in % PIOGGIA in mm/mq Nebbia
gg. sereni gg. variabili gg. coperti media mese media dal 1991 diff. mm mese media dal 1984 media 1959- 1983 gg. media dal 1980 diff.
9 8 13 35,5   33,0 +2,5% 115,5 172,7 175,0 2 7,8 -5,8
NOVEMBRE '13 : Incremento/deficit pluviometrico dal 01.12.2012 al 30.11.2013 = -162,1 mm/mq
TEMPERATURA in °C
media mese media dal 1987 diff. media 1959- 1986 max mese g.no max storica anno min mese g.no min. storica anno
8,20 7,27 +0,93 6,03 20,0 6 22,0 2001/06 -5,0 28/29 -7,6 1998

autunnoAncora una stagione autunnale mite e gradevole, quella del 2013; infatti, la temperatura media si è attestata a 13,76°C contro una media pluriennale di 12,92°C e i caldi colori autunnali hanno brillato in tutto il loro splendore, mentre la copertura fogliare ha abbandonato i rami solo sul finire di Novembre.

Per gran parte della stagione ha dominato l'anticiclone delle Azzorre, supportato da quello nord africano in alcune fasi e soprattutto per le regioni meridionali, ma non è riuscito ad ostacolare le perturbazioni atlantiche che, in gran numero, hanno raggiunto la nostra penisola.

Quelle di settembre e novembre hanno assicurato al varesotto un modesto apporto precipitativo, mentre quelle di ottobre hanno superato del 50% la media pluriennale, ammortizzando in parte il deficit annuale che si attesta intorno al 10%.

Purtroppo, come ormai accade da diversi anni, prima in Ottobre (allagamenti e vittime nella provincia di Grosseto) e poi in Novembre (allagamenti e vittime in Sardegna ed Abruzzo), alcune aree della nostra penisola sono state interessate da nubifragi che hanno fatto esondare fiumi e torrenti, allagando campagne e centri abitati, con danni ingenti al territorio e alle strutture urbane e non sono mancate vittime civili. Sia nel primo che nel secondo caso si dovrà parlare di cicloni mediterranei: infatti, l'irruzione di nuclei di aria fredda artica ha attivato delle profondi depressioni sul mar Tirreno (ancora caldo per la stagione), che hanno richiamato intense correnti sciroccali verso l'Italia innescando una sequenza di violenti temporali e piogge alluvionali.

La stagione si è chiusa con la prima significativa irruzione fredda artica che ha decretato, in anticipo (rispetto al solstizio d'inverno), il passaggio alla stagione invernale: infatti si è registrato un crollo delle temperature e le prime nevicate in pianura.

La temperatura media stagionale ha registrato l'incremento di quasi 1°C rispetto alla media pluriennale, andamento che ha caratterizzato Settembre (+0,87°C), Ottobre (+0,73°C) e Novembre (+0,93°C); di contro, le precipitazioni sono risultate di poco inferiori alla media del periodo (-4%) e si sono concentrate nel mese di Ottobre.


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