MeteoBrebbia, navigazione veloce.
menu principale | contenuto principale | menu secondario | piè di pagina


logo dell'Associazione Varesina per l'Eco-Speleologia

sei in home >> archivio dati >> 2004

contenuto

Archivio : Anno meteorologico 2004 a Brebbia

Col 30 Novembre si è concluso l'anno meteorologico '04, iniziato il primo Dicembre 2003; tale scansione consente di formare un "inverno" ottenuto da un dicembre, un gennaio ed un febbraio contigui.
Le grandezze fisiche misurate e analizzate sono state diverse e, precisamente:

Nella tabella seguente sono riportati i principali valori medi annuali, confrontati con quelli del periodo 1987-2001:

GRANDEZZA meteorologica 2004 1987-2003
Temperatura dell’aria 13,4°C 13,1°C
Umidità relativa dell’aria 69,0% 76,5%
Pressione atmosferica 984,0 hPa 985,2 hPa
Velocità del vento 3,2 Km/h 5,2 Km/h
Direzione prevalente di provenienza del vento NW NNE/SSW
Insolazione relativa 42,8% 44,0 %
Precipitazione atmosferica annuale 1477,0 mm/mq 1652,5 mm/mq
Nuvolosità 3,9 /8 3,7 /8

Si precisa, inoltre, che :

Come rilevato da esperti nazionali e internazionali, anche il 2004 confermava la tendenza al rialzo della temperatura e alla estremizzazione dei fenomeni meteorici.

La stagione invernale, iniziava con un Dicembre mite, poco soleggiato e insolitamente piovoso (90,8 millimetri di pioggia caratterizzavano la prima settimana), per via di un vortice ciclonico sulla penisola Iberica che richiamava aria calda e umida da S/SW verso la barriera alpina. Nella seconda settimana si affermava un potente anticiclone sulle isole Britanniche, con discesa di aria artica dal Mar Baltico verso il Mediterraneo centrale ed i Balcani, riduzione della temperatura e prime nevicate al Centro Sud. Seguiva una fase di tempo stabile, grazie alla formazione di una fascia anticiclonica estesa dalle Isole Azzorre alla Russia, con circolazione di aria fredda e secca da Est al Centro-Nord (- 6,8°C la minima del 25 Dicembre) e vortice depressionario sull'Italia meridionale (nuove nevicate anche a bassa quota). Sul finire del mese riprendeva la circolazione da Ovest e in essa si inserivano diversi flussi perturbati che apportavano abbondanti nevicate su Alpi e Prealpi (oltre 1 metro di neve a Campo dei Fiori,  5 cm a Brebbia) e abbondanti piogge in valle (90,5 mm).

I primi giorni di Gennaio, mese asciutto e relativamente mite, erano caratterizzati da un flusso di aria fredda da Nord, che risultava poco attivo sulle nostre regioni protette dalla barriera alpina, mentre alimentava un nuovo vortice ciclonico al Centro Sud, con abbondanti precipitazioni e violente mareggiate.
Seguiva la discesa verso l'arco alpino di una saccatura centrata sull'Islanda e riattivazione della circolazione da Ovest;  in essa si inserivano flussi perturbati atlantici con poca pioggia, ma frequenti fenomeni di Foehn, giornate soleggiate e clima mite. Nella seconda decade si assisteva all'estensione  verso la Svezia dell'anticiclone delle Azzorre il quale, in sinergia con un'area ciclonica sull'Europa orientale, provocava la discesa di aria artica verso il Mediterraneo e l'Italia. La conca Padana, protetta dalle Alpi, risentiva solo di un brusco raffreddamento, mentre le regioni Centro meridionali venivano colpite da insolite bufere di vento e di neve.
I giorni della Merla, risultavano insolitamente miti; infatti, a seguito del veloce passaggio di un profondo vortice (967 hPa), in movimento dalla Francia verso le Alpi, si sviluppava sul Mediterraneo un robusto cuneo anticiclonico con prolungati fenomeni di Foehn sulla nostra regione (per ben 4 giorni).

La prima decade di Febbraio, mese caratterizzato da diversi contrasti meteorologici, vedeva dominare un forte anticiclone che si estendeva dall'entroterra algerino-tunisino fino alle Isole Britanniche. Correnti da Nord garantivano condizioni di tempo stabile e soleggiato sottovento con forti escursioni tra il dì e la notte mentre, sul finire della decade, apportavano una nuova ondata di freddo e neve al Centro Sud (I notiziari televisivi mostravano l'Acropoli di Atene ricoperta da un insolito manto bianco).
Nei primi giorni della seconda decade si concentrava tutta la stagione invernale, con abbondanti nevicate a Nord, (come non se ne vedevano da anni): il costituirsi di un vortice ciclonico sul Golfo di Genova determinava condizioni di tempo perturbato e nevicate in pianura per ben 36 ore.
Sul finire del mese si assisteva al protrarsi verso Nord dell'anticiclone delle Azzorre con conseguente discesa verso le basse latitudini di aria artica, calo delle temperature nella regione padano alpina e vortici ciclonici sull'Iberia che, transitando sull'Italia Centro Meridionale, apportavano spiccato maltempo.


Con l'inizio di Marzo l'anticiclone delle Azzorre  ruotava il suo asse verso NE, (con un massimo sulla Spagna e l'altro sulla Germania) e regalava giorni di tempo stabile e soleggiato e graduale aumento delle temperature. Il classico mese della variabilità primaverile, non smentiva se stesso; infatti, ai brevi periodi di stabilità atmosferica si alternavano passaggi di fronti perturbati, seppur veloci, in transito da NW verso SE. Restava memorabile la nevicata del 10 e 11 che, pur non essendo abbondante (9 cm a VA e 30 a Campo dei Fiori), mandava a carte quarantotto le sfilate dei carri allegorici di carnevale.

La variabilità di Marzo si trasmetteva anche al mese di Aprile con la differenza che, mentre il mese precedente aveva lesinato in precipitazioni, quest'ultimo riportava quasi in pareggio il bilancio idrico del periodo. Nella prima decade del mese, la regione padano alpina era marginalmente interessata dai flussi perturbati in transito da NW verso i Balcani ma, al contrario, da frequenti fenomeni di Foehn. Successivamente, ' ’estensione verso Nord dell'anticiclone delle Azzorre, innescava una discesa di aria artica verso le basse latitudini con formazione di un vortice depressionario sulla Spagna. Lo stesso transitava sull'Italia meridionale durante il week end pasquale apportando nubi e pioggia.
A metà del mese, una profonda depressione atlantica, ostacolata verso Est dall’anticiclone russo, faceva affluire da SW aria umida verso la barriera alpina e dava l'avvio ad una fase perturbata che si protraeva per diversi giorni (100,3 mm/mq).
Seguiva la rimonta dell'anticiclone delle Azzorre che, per alcuni giorni estendeva un promontorio verso la Germania, regalando una fase di tempo stabile e assolato (700 minuti/giorno di Sole), con i primi fenomeni di instabilità diurna (temporale del giorno 20), dovuti all'afflusso di aria fresca da NE.
Il mese si concludeva con una seconda fase perturbata dovuta ad una vasta area ciclonica estesa dalla Francia al Mediterraneo; essa richiamava aria umida da SW verso la barriera alpina e generava ammassi nuvolosi con rovesci diffusi su tutto il Nord.

L'inizio di Maggio era dominato da un esteso vortice sulla Francia che faceva affluire aria fredda dal nord Atlantico e una serie di fronti perturbati in transito dall'Inghilterra al Mar Nero. L'aria fredda alimentava una depressione sulle Baleari; essa richiamava aria umida verso lo sbarramento alpino con intense e persistenti precipitazioni (140,4 mm/mq). Parallelamente, si registrava un significativo calo delle temperature (2,2 °C il giorno 8), tanto che le autorità locali consentivano la riaccensione degli impianti di riscaldamento. Le conseguenze di questa coda dell'inverno si ripercuotevano negativamente sui primi germogli primaverili.
A metà mese riprendeva vigore l'anticiclone delle Azzorre che, estendendo la sue influenza su tutta l’Europa, riportava i valori della temperatura nella norma, assicurando giornate limpide e soleggiate non senza qualche intenso fenomeno di Foehn. Tale fase di stabilità perdurava per tutto il mese con flussi di aria fresca da Est e NE.
All'inizio della seconda decade e sul finire del mese, tali masse d'aria innescavano sulla conca padana, nel corso del pomeriggio e della notte, episodi di instabilità per via della presenza di aria calda e umida.


La stagione estiva, iniziava con un robusto anticiclone che si estendeva a tutte le quote dal N-Africa fino sull'Europa centrale, garantendo tempo stabile, cielo sereno e caldo estivo, ma anche secco.
Nella seconda decade di Giugno si assisteva a frequenti cedimenti dell'anticiclone sul lato orientale con conseguente discesa, dalla Scandinavia verso l'Adriatico, di diverse linee temporalesche associate ad aria fredda e umida, mentre nella terza decade si instaurava un profondo vortice sulle Isole Britanniche che alimentava la formazione ed il transito di linee temporalesche verso la barriera alpina. Il mese, a differenza degli anni precedenti, risultava povero di precipitazioni e la scarsità di pioggia, che aveva interessato anche il mese di maggio, causava i primi effetti negativi sulla vegetazione: fienagione e piante da frutto.

Il nuovo promontorio anticiclonico atlantico che assicurava tempo caldo e soleggiato nei primi giorni di Luglio, veniva ben presto eroso da una vasta area ciclonica di origine atlantica che innescava l'afflusso di aria umida mediterranea verso le Alpi. Sul finire della prima decade, un'intensa perturbazione temporalesca apportava piogge intense, fenomeni grandinigeni ed un brusco calo della temperatura (-3°C il 13 luglio sull'Altopiano di Asiago e abbondanti nevicate fino a 2500 metri).
Seguiva la rimonta dell'anticiclone delle Azzorre a tutte le latitudini con ritorno di tempo stabile, soleggiato e caldo che caratterizzava tutta la seconda decade del mese.
L'stendersi verso Nord di un secondo promontorio anticiclonico di matrice africana, all'inizio della terza decade, produceva un rialzo termico oltre la media (35,4°C la massima del 22/7)  e creava situazioni di afa sul gran parte della Penisola.  Fortunatamente, la situazione di disagio si risolveva il giorno dopo con l'arrivo di un flusso temporalesco che apportava alcuni millimetri di pioggia e, soprattutto, riportava le temperature nella media stagionale.

A cavallo tra Luglio e Agosto, il dominio incontrastato dell'anticiclone afro-mediterraneo regalava a tutti gli italiani e in particolare a coloro che si trasferivano sulle spiagge, giornate assolate e particolarmente calde, ma già a partire dal 2 agosto, aria fresca di origine atlantica aumentava l'instabilità e innescava fenomeni di particolare intensità; infatti, una violenta bufera grandinigena si abbatteva sulla costa occidentale del Verbano, da Sesto Calende a Laveno, nel pomeriggio del giorno 4.
Dopo una breve fase di stabilità dovuta all'espansione verso Sud dell'anticiclone scandinavo e verso Nord di quello afro-mediterraneo, sul finire della prima decade si riattivava la circolazione di origine atlantica. Nel flusso perturbato alimentato da un profondo vortice situato a Ovest delle Isole Britanniche, si inserivano diverse linee temporalesche: particolarmente intense risultavano quelle del giorno 11/8 (33,1 mm/mq) e quella del 21/8 (28,7 mm/mq).
Nel corso del mese, variabile e umido, ma piuttosto caldo, tra un fenomeno e l'altro si assisteva all'estensione verso Nord dell'anticiclone afro-mediterraneo o all'espansione verso Est di quello atlantico; essi apportavano brevi occhiate di sole sulla regione padano alpina e assicuravano tempo stabile e soleggiato al Centro-sud, senza escludere giornate particolarmente calde e umide come quella del 20/8.


Dopo una modesta variabilità apportata da una perturbazione atlantica, nella prima decade di Settembre, l'anticiclone delle Azzorre espandeva il suo dominio sull'Europa centro-settentrionale con un tempo abbastanza soleggiato e caldo sulle nostre regioni. Il mese si caratterizzava per le scarse precipitazioni ma anche per il clima mite e soleggiato (max 31,8°C).
Nella seconda decade, il dominio anticiclonico veniva sostituito da una profonda depressione sul Mare del Nord che estendeva una saccatura sul Mediterraneo, alimentava una circolazione da SW e avviava una fase di tempo instabile e perturbato. Al Centro Nord, con progressione da Ovest verso Est, fenomeni di modesta intensità e solo in pochi casi grandinigeni si esaurivano nel giro di 48 ore, mentre al centro Sud i fenomeni perduravano intensi per diversi giorni per l'evolversi di un profondo vortice alimentato da aria fresca proveniente dalla Bielorussia, convogliata dall'anticiclone Europeo, centrato sulla Polonia.
Nella terza decade, l'estensione verso Nord dell'anticiclone atlantico spostava al di là delle Alpi i flussi perturbati atlantici, generava alcuni fenomeni di Foehn, ma garantiva alla conca Padana un cielo sereno e soleggiato, temperature superiori alla media del periodo e clima secco e mite.

Il campo anticiclonico di origine atlantica, con pressioni livellate ed esteso fino alla Scandinavia, dominava anche i primi giorni di Ottobre, mese bagnato, con poco Sole, ma mite.
Sul finire della prima decade, una depressione tra la Spagna e il Portogallo alimentava una circolazione umida, mite e instabile da SW verso le nostre regioni, portando tempo grigio autunnale, nuvole e deboli piogge. Il flusso perturbato persisteva per alcuni giorni, ma con fenomeni di modesta entità.
Seguiva, l'espansione di un robusto anticiclone sull'Europa orientale con flusso di aria più fresca da Est e primo repentino calo delle temperature (prima neve in Valle D'Aosta).
Sul finire della seconda decade, un secondo sistema depressionario posizionato tra le Isole Britanniche ed il Golfo di Biscaglia, riattivava la circolazione da Ovest, ma anch'esso non produceva fenomeni di rilievo; infatti, segiova l'espansione verso Nord dell'anticiclone afro-mediterraneo con una nuova fase di tempo stabile, soleggiato e asciutto (temperature al di sopra della media stagionale).
Sul finire del mese, però, un terzo vortice, piuttosto profondo (959 hPa) posizionato al largo dell'Islanda avviava una lunga fase di tempo perturbato sul Mediterraneo; infatti, persistendo il suo raggio d'azione fino alle coste africane, determinava la risalita di aria mite e umida dalle latitudini meridionali verso le Alpi. Si originavano, così, diversi ed estesi fronti perturbati che riversavano sulla pianura Padana centinaia di millimetri di pioggia, provocando dissesti idrogeologici, rigonfiamenti di torrenti e fiumi e l'esondazione del Verbano (1.11.04).

La circolazione ciclonica perdurava anche nei primi giorni di Novembre, fino al prevalere dell'anticiclone atlantico che, posizionatosi stabilmente sulle Isole Britanniche, convogliava aria fresca ed asciutta da Nord verso la pianura Padana.
Sul finire della prima decade si instaurava una corrente di aria fredda polare che scorreva in un canale creato dall'anticiclone atlantico e da quello russo-siberiano, con le prime deboli nevicate fino a 800 metri di quota.
Alla fase perturbata che interessava prevalentemente le regioni Centro meridionali, con l'estendersi verso Est dell'anticiclone Atlantico, seguivano diversi flussi di aria siberiana e un costante calo della temperatura.
Sul finire della seconda decade, il passaggio di un profondo vortice depressionario dal Mar Baltico verso Sud, apportava violenti fenomeni di Foehn in Lombardia, temporali e mareggiate al Centro Sud. Seguiva una fase di tempo stabile e soleggiato, mentre l'anno meteorologico si concludeva con il transito verso Est di una depressione atlantica che alimentava diversi fronti perturbati  e assicurava la pioggia che si faceva attendere da tempo.


Nel 2004 i giorni di pioggia (con almeno 0,1 mm/mq) risultavano 101 e la precipitazione più copiosa, pari a 81,7 mm/mq, si registrava il 1° Novembre.

Quanto agli episodi temporaleschi, che da alcuni anni manifestano una crescente violenza, ne venivano contati complessivamente 18 e alcuni si erano protratti per l'intera nottata o per tutta la giornata.

In relazione alle meteore, nell’anno meteorologico 2004 venivano registrati:


RISULTATI E COMMENTI

Di seguito vengono presentati e discussi i dati raccolti  durante l'anno meteorologico 2004, per ogni categoria di misura. Le figure riportano gli andamenti dei vari parametri meteorologici per l'anno 2004 e, in alcuni casi i dati annuali sono confrontati con quelli del periodo 1987-2004.

TEMPERATURA dell’aria
I dati riguardanti la temperatura dell'aria, espressi in gradi Celsius (°C), sono stati rilevati dalla lettura visiva trioraria (h 8.00 – h 14.00 – h 19.00) dei termometri di precisione (termometro a massima e termometro a minima); in assenza dell'operatore, gli stessi sono stati desunti dalla lettura dei tracciati dell'apparecchio registratore, il barotermoigrografo.
Con una temperatura media annuale di 13,4°C  (13,1°C quella del periodo dal 1987 al '03), il mese mediamente più caldo del 2004 risultava Luglio (media 24°C a fronte di una media pluriennale di 24°C);  la temperatura massima (35,4°C) era stata registrata il 22 Luglio, mentre la minima assoluta (-6,8°C) era stata misurata il 25 Dicembre '03.
Mentre su base annua si registrava un incremento medio di 0,3°C, con riferimento alle singole stagioni si osservava un incremento di 0,1°C in inverno, +0,3°C in estate e +1,4°C in autunno, mentre si osservava una diminuzione di 0,9°C in primavera.
L'escursione termica media annua risultava di 10,1°C con un valore massimo di 22,8°C registrato il 17 Marzo; il dato scaturiva brinazione notturna (1,8°C) ed un notevole riscaldamento diurno (fenomeno di Foehn) tale da portare la temperatura massima a 23,2°C.

UMIDITÀ relativa dell’aria
I dati dell'umidità relativa massima, minima e media sono stati ottenuti dalla lettura visiva dell'igrometro a capello posto in capannina o ricavati dalla lettura del tracciato del barotermoigrografo.
Il valore medio annuale risultava di 69,0% , quello medio mensile più alto spettava a Dicembre '03 (80,2%), mentre quello più basso (60,1%) spettava a Luglio. Il valore minimo assoluto (10%), legato al  vento di caduta dalle montagne che riscaldando l'aria rendendola molto secca, veniva misurato il 13 e 14 Novembre.
Mmostravano un andamento diverso dalla media: Maggio (-25%) e Novembre (+10%); il primo era caratterizzato da numerosi fenomeni di Foehn (15) e il secondo da 10 giorni di precipitazioni.

PRESSIONE atmosferica
I valori della pressione atmosferica massima, minima e media sono stati ottenuti dalla lettura visiva del barometro aneroide di fabbricazione SESTREL situato in appartamento o ricavati dalla lettura del tracciato del barotermoigrografo posto in capannina.
Il valore medio annuale risultava di 984,0 hPa (985,2 hPa la media pluriennale); con valori stagionali di  984,2 hPa in inverno, 983,3 hPa  in primavera, 982,7 hPa in estate e 985,8 hPa in autunno), il massimo assoluto (1002 hPa) era stato registrato a metà Marzo, mentre il minimo assoluto (958 hPa), associato ad un profondo vortice temporalesco, veniva misurato il 5 Maggio.

PRECIPITAZIONI atmosferiche e pH
Le somme giornaliere di tutte le precipitazioni, dalle ore 00.00 alle ore 24.00, compresi i contributi di neve, grandine, nebbia rugiada e brina, portavano ad un totale annuo di 1477,0 mm/mq , con un deficit del 11,8% rispetto alla media del periodo 1987-'03. Dal confronto dei dati mensili si rilevava che tutti i mesi avevano ricevuto, seppur in diversa misura, una dscreta quantità di pioggia; il quantitativo massimo era ascrivibile ad Aprile (206,1 mm/mq). Con riferimento ai valori stagionali, si registrava un consistente incremento in inverno (+47%) e primavera (+5%), mentre l'estate registrava un deficit del 48% e l'autunno del 27%.

Come già negli anni passati, presso la Stazione Meteorologica di Brebbia si continuava a misurare  il  pH delle precipitazioni; infatti, le gravi conseguenze ambientali prodotte dalle piogge acide, non sono da trascurare.  Il pH medio annuale del 2003 risultava di 4,91  a fronte di una media pluriennale di pH 4,60 (periodo 1987-'03).  In relazione ai valori minimi (intorno a pH 3,00), che negli ultimi decenni hanno prodotto allarmismi di un certo rilievo per i danni sui diversi ambienti naturali e sui manufatti della nostra civiltà, quelli del 2004 risultavano prossimi a pH 4,00 e, precisamente: pH 4,20 il valore più basso misurato il 3 Dicembre '03 in un campione di pioggia di 7 mm e pH 4,21 quello registrato il 1° Maggio in 12,4 mm di pioggia; per contro, il valore più alto (pH 7,14) veniva misurato il 10 Luglio in un campione di 1,2 mm/mq.

NUVOLOSITÀ
I dati della nuvolosità del cielo, espressa in ottavi di cielo coperto e rilevati tre volte al giorno (alle h 8.00, h 14.00 e h 19.00), mediante osservazioni visive dirette, indicavano per il 2000: 149 giorni di cielo sereno o poco nuvoloso (da 0 a 2/8), 93 giorni di cielo coperto o molto nuvoloso (da 7 a 8/8) e 124 giorni variabili (da 3 a 6/8).
La nuvolosità media annuale risultava di 3,9 /8 valore di appena due decimi superiore a quello pluriennale (3,7 /8). Il maggior numero di giorni sereni era registrato a Settembre e Novembre (15) e Marzo (19); al contrario, il mese di Ottobre contava solo 2 giorni di cielo sereno e ben 22 giorni di cielo coperto.

INSOLAZIONE
L'insolazione esprime i minuti di effettiva visibilità del Sole, quelli in cui l'astro riscalda la superficie del Pianeta e, così facendo, incide una striscia di cartoncino posta nell'eliofanografo.
Nell’anno 2004 la media annuale risultava di 9791 minuti, pari al 42,8 %, valore prossimo alla media pluriennale (1987-'03); con riferimento ai valori stagionali, mentre l'inverno faceva registrare l'incremento di quasi mezzo punto percentuale, le altre tre stagioni avevano registrato un decremento da 0,9% al 3,1% dell'estate. La media mensile maggiore spettava a Settembre (53,2%), le variazioni mensili maggiori erano rilevate a Settembre (+8,9% ) e a Ottobre (-21,4%), mentre il maggior valore giornaliero era stato misurato il 15 Dicembre '03 e 15 Gennaio (95%).
La media oraria annuale maggiore, pari a 48,6 minuti, veniva calcolata a Settembre tra le ore 14.00 e le ore 15.00 e superava di alcuni punti quella pluriennale, pari a 44,0 minuti.

VENTO
Analizzando la rosa dei venti a partire dal 1993, anno d'installazione dell'anemometro nella frazione di Brebbia Superiore, si è osservato che a Brebbia la provenienza del vento è prevalentemente settentrionale e, in corrispondenza di questa direzione si registra anche la maggiore velocità, mentre il massimo secondario spetta alle direzioni meridionali. Questa dualità è dovuta all'alternanza della brezza di monte e della brezza di valle, con un contributo alle provenienze settentrionali da parte del Foehn e delle perturbazioni atlantiche incanalate nelle Alpi.
I dati dell'anno del 2004 non si discostavano molto da quelli pluriennali: 3,4 km/h la velocità media annuale e direzione prevalente da NW con una seconda componente da SSW. I mesi mediamente più ventosi (5,1 km/h), risultavano: Dicembre '03 e Aprile, mentre la massima raffica: 64,4 km/h (NW) veniva registrata il 19 Novembre, nel corso di un prolungato fenomeno di Foehn.