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Archivio : Anno meteorologico 1999 a Brebbia

Col 30 Novembre si è concluso l'anno meteorologico '99, iniziato il primo Dicembre 1998; tale scansione consente di formare un "inverno" ottenuto da un dicembre, un gennaio ed un febbraio contigui.
Le grandezze fisiche misurate e analizzate sono state diverse e, precisamente::

Nella tabella seguente sono riportati i principali valori medi annuali, confrontati con quelli del periodo 1987-1998:

GRANDEZZA meteorologica 1999 1987-1998
Temperatura dell’aria 13,2°C 13,0°C
Umidità relativa dell’aria 76,9% 77,3%
Pressione atmosferica 984,6 mbar 985,5 mbar
Velocità del vento 3,1 Km/h 1,4 Km/h
Direzione prevalente di provenienza del vento N NNW
Insolazione relativa 45,2% 41,8%
Precipitazione atmosferica annuale 1370,6 mm/mq 1654,5 mm/mq
Nuvolosità 3,6 /8 3,7 /8

Si precisa, inoltre, che :

Come rilevato da esperti nazionali e internazionali, tra i quali il prof. S. Furia del Centro Geofisico Prealpino di Varese, il 1999 ha confermava la netta tendenza, iniziata oltre un decennio fa, al rialzo della temperatura e alla estremizzazione dei fenomeni meteorici.

"L’inverno ha comportato la tendenza a piovere meno della media e all'innalzamento delle temperature – dicevano gli operatori del C.G.P. -: 129 mm di pioggia contro i 240 della media pluriennale, nessuna nevicata significativa contro una media di 6 giorni nevosi e 40 cm e temperatura minima assoluta a 7 gradi centigradi (lontanissima dai 3,5 di media). Quindi settimane siccitose e con notevoli escursioni termiche fra notte e giorno. L'inverno è stato caratterizzato dalla prevalenza di situazioni di tipo anticiclonico, vale a dire lunghi periodi senza perturbazioni che abbiano interessato il versante sud alpino e, di conseguenza, cielo spesso sereno e poco nuvoloso nel 60% delle giornate. Questo ha comportato un gran numero di notti col termometro sotto zero (ben 57, contro la media di 43), ma pronto a risalire sopra tale limite di giorno, ragione per cui non abbiamo mai avuto giornate intere di ghiaccio, ossia con la colonnina di mercurio costantemente sotto lo zero. Tre le ondate di freddo acuto: la prima dal 23 al 27 dicembre, la seconda dal 29 gennaio al 4 febbraio, la terza dall'11 al 19 di marzo".

La temperatura media invernale registrava mezzo grado meno rispetto alla media pluriennale (1987-‘98) con una media negativa in Dicembre (25 giorni di temperatura minima inferiore allo zero) e Febbraio (-9 °C la minima assoluta e 23 giorni di minima inferiore allo zero), ma decisamente positiva in Gennaio (-4,8 °C la minima assoluta e 14,5°C la temperatura massima).

La prima ondata di maltempo con vento freddo, cielo sereno a Nord e prima neve nel Centro Sud, coincideva con la prima decade di Dicembre. I "giorni della merla" (29-30-31 Gennaio), erano caratterizzati da cielo limpido e tanto sole, mentre la Pianura Padana veniva spazzata da vento gelido di origine Siberiano che portava la seconda ondata di tempo tempestoso e nevoso sulle regioni Centro meridionali.

I rigori invernali marcavano anche il mese di Febbraio, che risultava secco e ventoso. Infatti, il sopraggiungere di un'area ciclonica di origine atlantica nella prima decade, dava origine ad una violenta circolazione di aria fredda prima da Nord e successivamente da N-Est che assicurava cielo limpido e soleggiato sulla regione dei Laghi ma abbondanti precipitazioni nevose (oltre 2 metri in Valle D'Aosta) e la terza ondata di cattivo tempo (tempeste di neve e vento), sulle regioni Centro meridionali (Marche, Umbria, Abruzzo), con spruzzate di neve a Roma, sul Vesuvio e a Palermo.

Fin dal suo inizio, la stagione primaverile si caratterizzava per un decisivo incremento della temperatura (20,5°C il 31 Marzo), e le limpide e soleggiate giornate di Pasqua (4 Aprile) e pasquetta sembravano giornate estive (24,2 °C ;  24,8 °C). A metà mese, però, la primavera che s’era messa in moto, subiva la coda dell’inverno: un brusco abbassamento della temperatura (0 °C la minima del 18 Aprile) e tanta neve in montagna. Imbiancate le vette dal Monte Lema al Tanaro, ma anche le pendici del San Martino, del San Michele, del Sant’Antonio, del Sette Termini e della Forcora. Sul massiccio del Capo dei Fiori si misuravano ben 12 cm.

I mesi di Maggio e Giugno si caratterizzavano per numerosi fenomeni piovosi, con alternanza di giornate uggiose a carattere autunnale e splendide giornate estive. Piuttosto afoso risultava il mese di Luglio, con una temperatura media giornaliera superiore a 24°C per ben 19 giorni ed umidità relativa maggiore del 60% . A differenza degli anni precedenti, risultavano per gran parte nuvolose anche le giornate di Agosto, con temperature autunnali e tanta pioggia al Nord, accompagnata da nubifragi, frane in Valtellina e Val Chiavenna, trombe d’aria in Trentino; al contrario, il Sud e la Sardegna registravano un caldo torrido (40 °C a Bari e 46 °C a Trapani il giorno 10), con decine di incendi boschivi.

" Per favore ridateci l’anticiclone" – scriveva Riccardo Prando su La Prealpina –"C’era una volta l’anticiclone. Veniva da un gruppo di isolette sperdute nell’Atlantico e del nome suadente, Azzorre, che evocava bianche spiagge e morbide fanciulle. Anche i meno esperti sapevano che portava con sé il bel tempo: caldo, sole e lunghissime giornate asciutte. C'era una volta l'anticiclone delle Azzorre e portava l'estate, amica delle messi e di chiunque avesse un fazzoletto d'orto dietro casa, dove crescevano pomodori e melanzane. C'era una volta, adesso non c'è più. Quest'anno l'anticiclone che si origina in mezzo all'oceano non s'è visto. Ha bussato alle porte del vecchio continente, ha cercato di farsi largo a più riprese fra basse pressioni e umide correnti, ma alla fine non ce l'ha fatta ed è tornato indietro. Al suo posto correnti umide da sud, cielo coperto, piogge intermittenti, umidità elevata, come il clima atlantico, inglese o portoghese”.

La variabilità del giorno 11 agosto, però, consentiva di seguire la splendida eclisse totale di Sole, “il Sole nero”, l’ultima eclisse totale del millennio, visibile al 90% anche nel Nord Italia.

Dopo un Settembre abbastanza mite, che pennellava i boschi con gli splendidi colori autunnali, nel corso della prima decade di Ottobre si registrava un brusco abbassamento della temperatura (2,8 °C la minima del giorno 7). La prima avvisaglia dell'inverno non trovava seguito e le temperature tornavano nei valori medi stagionali.
L'arrivo della stagione invernale coincideva con la seconda metà di Novembre; infatti, la temperatura scendeva al di sotto dello zero, si riscontravano le prime brinate e nelle due precipitazioni del 16.11 e 21.11 comparivano i primi fiocchi di neve. 

Le precipitazioni registravano una diminuzione del 16% rispetto alla media 1987-98 accentuando di altri 284 mm/mq il deficit dell'ultimo decennio, con una perdita di oltre 1792 milioni di litri d'acqua sull'intero territorio comunale e conseguente impoverimento delle falde. La diminuzione interessava tutte le stagioni: -55% in inverno, -2% in primavera, -20% in estate e -8% in autunno.

La stagione invernale, confermando come gli anni precedenti la carenza di neve (mista ad acqua solo la precipitazione del 20 Dicembre e del 16 e 21 Novembre), registrava la maggior percentuale negativa rispetto alla media pluriennale e il mese di Febbraio era caratterizzato da totale assenza di fenomeni.

" Un inverno anomalo – diceva il meteorologo Mario Giuliacci del Centro Meteo Epson – quello appena conclusosi e non solo perché è stato uno dei più freddi degli anni '90, ma anche e soprattutto perché è risultato uno dei più siccitosi degli ultimi 50 anni. Ma l'aspetto più sorprendente è che tutti gli episodi di forte siccità invernale verificatisi in Italia dal 1950 ad oggi (inverni '63-64, '74-75, '88-89, '89-90, '91-92, '98-99) sono avvenuti, ad eccezione del '91-92, quando sul pianeta imperversava, come quest'anno, la El Ni»o, l'anomalo raffreddamento delle acque equatoriali del Pacifico e che in genere raggiunge la massima intensità proprio in inverno".

Di diverso avviso il prof. Guido Visconti del Dipartimento di Fisica dell'Università dell'Aquila, sosteneva che: " Per quanto riguarda El Ni»o è il caso di ripetere per l'ennesima volta che l'influenza di questo fenomeno sull'Europa è trascurabile, mentre fluttuazioni climatiche potrebbero essere attribuite alla cosiddetta Oscillazione del Nord Atlantico (Nao), recentemente rivalutata. Il sistema è costituito da due aree, una di alta e una di bassa pressione, di grandezza variabile, legate alla temperatura delle acque ma anche ad altri fattori. Quando la Nao è debole si forma un'area di alta pressione sull’Europa che può durare settimane. Al contrario, quando la Nao è forte, i venti da ovest aprono un corridoio alle perturbazioni atlantiche sull'area europea. … L'errore al solito è quello di misurare la variabilità climatica su scale di tempi di decine di anni che non sono adeguate in quanto dobbiamo andare a scale di centinaia di anni".

Nel 1999 i giorni di pioggia risultavano  81 e la precipitazione più copiosa, pari a 64,3 mm/m2, si registrava il 25 Ottobre. Per ben due volte la pioggia era accompagnata a polvere rossa saharina: il 29 Aprile e il 20 Agosto.

Quanto agli episodi temporaleschi, che da alcuni anni si caratterizzano per la crescente violenza, se ne contavano complessivamente 20; misto a grandine quello del 17 Settembre.

In relazione alle meteore, nell'anno meteorologico 1999 venivano registrati:


RISULTATI E COMMENTI

Di seguito vengono presentati e discussi i dati raccolti  durante l'anno meteorologico 1999, per ogni categoria di misura. Le figure riportano gli andamenti dei vari parametri meteorologici per l'anno1999 e, in alcuni casi i dati annuali sono confrontati con quelli del periodo 1987-1998.

TEMPERATURA dell’aria
Con una temperatura media annuale di 13,2°C  (13,0 °C quella del periodo dal 1987 al '98), il mese più caldo del 1999 risultava Luglio: 24,4°C a fronte di una media pluriennale di 24,1°C; la temperatura massima di 32,6°C) era registrata il 4 Luglio, mentre la minima assoluta di -9,0°C) era stata misurata il 1° Febbraio.
Mentre su base annua si registrava un incremento medio di 0,2°C, con riferimento alle singole stagioni si osserva un: -0,5°C in inverno,  +0,3°C in primavera, +0,2°C in estate e +0,5°C in autunno.
L'escursione termica media risultava di 11,0°C con un valore massimo di 21°C registrato il 5 Febbraio, fenomeno concomitante con una brinazione notturna (-2°C) ed un vento di caduta che portava la temperatura massima a 19°C.

UMIDITÀ relativa dell’aria
Il valore medio annuale risultava di 76,9 %, quello medio mensile più alto spettava a Ottobre (87,3%) in tandem con Agosto (85,0%), mentre quello più basso (56,3%) veniva registrato da Febbraio, mese caratterizzato da frequenti fenomeni di Foehn. I valori minimi assoluti, concomitanti col sopraggiungere del vento di caduta dalle montagne che riscaldando l'aria la rende molto secca, venivano misurati: alle ore 14.00 del 12 Febbraio (12%) e alle ore 19.00 del 21 Dicembre'98 (13%).
I mesi che registravano un andamento che si discostava fortemente dalla media erano Febbraio (-25%) e Agosto (+11%); il primo era stato, come si diceva, caratterizzato da numerosi fenomeni di Foehn (almeno 10) e il secondo da ripetuti fenomeni piovosi (almeno 11).

PRESSIONE atmosferica
Il valore medio annuale risultava di 984,6 mbar (985,5 mbar la media pluriennale), 987,6 mbar in inverno, 983,9 mbar  in primavera, 984,9 mbar in estate e 985,7 mbar in autunno); il valore massimo (1000 mbar) era registrato negli ultimi giorni di Novembre, mentre quello minimo (967 mbar) era stato misurato il 5 e 6 Marzo.
L'escursione massima di pressione veniva registrata l'8 Ottobre e risultava pari a + 8,5 mbar (dalle h 8.00 alle ore 19.00).

PRECIPITAZIONI atmosferiche e pH
Le somme giornaliere di tutte le precipitazioni, dalle ore 00.00 alle ore 24.00, compresi i contributi di neve, grandine, nebbia rugiada e brina, portavano ad un totale annuo di 1370,6 mm/mq, il 17,2% in meno rispetto a quello mediato sul periodo 1987-98. Dal confronto dei dati mensili si rilevava che Ottobre con i suoi 217,7 mm/mq risultava il mese più piovoso, mentre era stato carente di pioggia Febbraio. Con riferimento ai valori stagionali, l'Autunno (493 mm/mq) e la Primavera (405,6 mm/mq), si sono confermavano le due stagioni più piovose.

Come già negli anni precedenti, presso la Stazione Meteorologica di Brebbia proseguiva la misurazione puntuale del pH delle precipitazioni; infatti, le gravi conseguenze ambientali prodotte dalle piogge acide non sono da trascurare. Il pH medio annuale del 1999 risultava di 4,62   a fronte di una media pluriennale di pH 4,60 (periodo 1987-98).  In relazione ai valori minimi (intorno a pH 3,00), che negli ultimi decenni avevano prodotto allarmismi di un certo rilievo per le conseguenze negative sui diversi ambienti naturali e sui manufatti della nostra civiltà, quelli del 1999 risultavano prossimi a pH 4,00 e, precisamente: pH 3,74  quello più basso misurato in un campione di pioggia di 10,8 mm il 20.12.98; per contro, il valore più alto (pH 7,35) era stato misurato il 18.5 99  in un campione di 34,3 mm .

NUVOLOSITÀ
I dati della nuvolosità del cielo, espressa in ottavi di cielo coperto e rilevati tre volte al giorno (alle h 8.00, h 14.00 e h 19.00), mediante osservazioni visive dirette, indicavano per il 1998: 169 giorni di cielo sereno o poco nuvoloso (da 0 a 2/8), 90 giorni di cielo coperto o molto nuvoloso (da 7 a 8/8) e 107 giorni variabili (da 3 a 6/8). La nuvolosità media annuale risultava di 3,4 /8 .
Il maggior numero di giorni sereni spettava a Febbraio (23) e Marzo (21), contro due soli giorni di cielo coperto; al contrario, il mese di Aprile faceva fatto registrare solo 7 giorni di cielo sereno e ben 18 giorni di cielo coperto; Settembre, invece, si caratterizzava per un uguale numero di giorni sereni, misti e coperti.

INSOLAZIONE
Nel 1999 la media annuale risultava di 10160 minuti, pari al 45,2%, valore di 3 punti in più rispetto alla media pluriennale (1987-98) mentre, con riferimento ai valori stagionali, l’inverno faceva registrare un +15,5%, la primavera un – 3,6%, l'estate un +0,5% e l'autunno un + 1,1%. La media mensile maggiore spettava a Febbraio (63% e 76% nella seconda decade), le variazioni mensili maggiori erano registrati in Febbraio (+19,6% ) e Agosto (-12%), mentre il maggior valore giornaliero spettava al 30 Gennaio (95%) e 24 Luglio (94%).
La media oraria annuale maggiore veniva registrata tra le ore 11.00 e le ore 12.00, risultando pari a 37,3 minuti, contro una media pluriennale A.V.E.-S. di 38,5 minuti (dalle ore 12.00 alle ore 13.00) e di 37,9 minuti del CCR di Ispra (dal 1960 al 1971).

VENTO
Analizzando la rosa dei venti a partire dal 1993, anno d'installazione dell'anemometro nella frazione di Brebbia Superiore, si osservava che a Brebbia la provenienza del vento era prevalentemente settentrionale e, in corrispondenza di questa direzione si registrava anche la maggiore velocità, mentre il massimo secondario spettava alle direzioni meridionali. Questa dualità è dovuta all'alternanza della brezza di monte e della brezza di valle, con un contributo alle provenienze settentrionali da parte del Foehn e delle perturbazioni atlantiche incanalate nelle Alpi.
Con riferimento alla nota precedente, si rileva che i mesi mediamente più ventosi risultavano Marzo e Giugno (3,9 km/h media mensile), mentre il maggior valore medio giornaliero (16,6 km/h) era registrato il 30 Gennaio con direzione di provenienza NNE.